Quanto pesa la comunicazione di un CEO sulla reputazione aziendale?
A cura di G. Combatti
Comunicazione del CEO e reputazione aziendale: un legame strategico
Moltissimo!!
Ogni discorso a un evento, ogni messaggio interno, ogni post o commento sui social è un tassello di una narrazione che influenza non solo la percezione esterna ma anche l’engagement interno, la capacità di attrarre talenti e la solidità delle relazioni con gli stakeholder.
La posta in gioco è alta: un esempio o tono sbagliata può generare crisi reputazionali mentre una narrazione autentica e coerente diventa leva di crescita e autorevolezza.
Dati e ricerche sulla comunicazione del CEO e reputazione aziendale.
Alcuni dati che fanno riflettere:
- Secondo Harvard Business Review, le narrazioni condotte dai leader aziendali aumentano del 58% l’engagement interno e rafforzano l’immagine dell’impresa come luogo di visione e significato.
- Il CEO oggi è storyteller strategico: non si limita a presentare risultati ma costruisce senso, soprattutto nei momenti di incertezza.
- Parlare in un evento, registrare un podcast, scrivere su LinkedIn: ogni esposizione contribuisce a definire la reputazione. E farlo senza coerenza o metodo è un grande rischio.
- L’esposizione dei leader è sinonimo di apertura, trasparenza e vicinanza, valori che rendono l’impresa più rilevante e credibile.
Tre esempi di executive coaching sulla comunicazione dei CEO.
Alcune esperienze di executive coaching mostrano bene quanto lo storytelling sia determinante per una direzione aziendale:
🔹 Il CEO “dei numeri”
Con un solido background tecnico, amava costruire presentazioni dense di dati, grafici e statistiche. Ogni slide era spiegata in dettaglio, con interventi lunghi e complessi. Ma in contesti internazionali si era accorto che il messaggio non arrivava: troppe informazioni, poca incisività.
Il percorso di coaching lo ha aiutato a trasformare i dati in storie, a scegliere pochi indicatori chiave e a guidare l’ascoltatore verso un messaggio centrale. Oggi i suoi speech non solo informano, ma ispirano.
🔹 Il CEO “schivo”
Persona riservata, non amava apparire. Delegava spesso le presentazioni e la comunicazione social, salvo poi non riconoscersi nei contenuti prodotti. Sentiva che mancava la sua voce, il suo stile.
Con il coaching ha trovato un approccio più autentico: poche uscite, mirate, concise e coerenti con la sua personalità. Non più comunicazione forzata ma un modo di parlare al pubblico in linea con i suoi valori. Oggi le sue parole, rare ma calibrate, hanno molto più peso.
🔹 Il CEO “finanziario”
Alla guida di un’azienda manifatturiera impegnata in diverse operazioni di M&A, attento alle fonti di finanziamento, era pienamente consapevole che la credibilità verso investitori e stakeholder dipendesse in larga misura dall’efficacia della sua comunicazione.
Pur avendo sempre privilegiato le competenze tecniche e strategiche, riconosceva di aver trascurato lo sviluppo di questa capacità. Il percorso di coaching lo ha portato a lavorare su precisione, chiarezza e capacità di sintesi, calibrando i messaggi per contesti finanziari delicati.
Risultato: maggiore fiducia da parte degli investitori e una comunicazione percepita come solida, rigorosa e coerente con la visione aziendale.
Comunicazione del CEO e reputazione aziendale come fattore di leadership.
La comunicazione dei vertici non è un’attività accessoria. È un fattore critico di leadership che richiede preparazione, lucidità e un percorso di costruzione mirato, capace di valorizzare stile personale, cultura e visione.
Strategia narrativa per rafforzare comunicazione del CEO e reputazione aziendale.
Per questo i CEO non possono affrontarla da soli: serve confronto, analisi e una strategia narrativa strutturata.
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