4 domande da fare per lavorare in LinkedIn

Dico subito che a monte di questi quattro punti che troverai, c’è la madre di tutte le domande, quella che sta alla base del percorso per fare un sano e salutare personal branding. E’ la domanda che sta al personal branding, e quindi anche ad un uso corretto di LinkedIn, come lo sparo dello starter sta ai 3000 siepi olimpici. Senza quello e soprattutto senza rispondere correttamente non si parte.

Chi sei?

Facciamo finta di aver sentito lo sparo e affrontiamo la prima siepe…ops domanda.

Prima domanda:

Chi è il tuo cliente tipo?

Capire chi è, come si muove in LinkedIn, quali gruppi frequenta che tipo di contenuti condivide è di rilevante importanza per confezionare non solo la corretta strategia ma persino la stesura del profilo in LinkedIn. Un po’ come fossero le linee che delimitano la tua pista per i 3000 siepi da affrontare

Come fare?
Comincia da qui. Prendi dieci tuoi clienti presenti in LinkedIn attivamente, analizzane il comportamento, tieni traccia e incrocia i dati di cosa postano, cosa condividono, a quali gruppi sono iscritti. Insomma, comportati da buon mezzofondista e “mordi” le scarpette chiodate di quello che ti sta davanti e che devi raggiungere.
Fai la stessa cosa con dieci clienti che ti piacerebbe avere. Dall’incrocio dei dati delle due liste avrai un comportamento tipo. Quello che le persone del marketing chiamano la tua buyer persona o la tua persona-buyer.

Ti starai domandando a questo punto cosa potrebbero pensare di te queste venti persone visto a cui LinkedIn sicuramente provvederà a segnalare che hai visitato il loro profilo.

Non ci interessa più di tanto. Anzi, meglio. Se sono già tuoi clienti questa sarà l’occasione perché si ricordino di te: non si sa mai che venga loro in mente che hanno ancora bisogno dei tuoi servizi/prodotti.

Spesso le persone sono pigre e prese così tanto dalla propria routine lavorativa che pur sapendo di avere un’esigenza e quindi la necessità di ricontattare un fornitore, procrastinano la cosa spesso all’infinito, giusto perché manca loro quel piccolo input che potrebbe giusto essere rappresentato dalla notifica della tua visita al loro profilo.

Se poi non sono tuoi clienti e probabilmente non ti conoscono, direi che è un inizio per farsi conoscere. La curiosità ha spesso inaspettati poteri. Sfido chiunque a sostenere che in vita propria non è andato a sbirciare sul profilo di una persona che Linkedin ci aveva segnalato che aveva visitato il nostro.

Seconda domanda:

Quali domande si pone? Quali sono gli argomenti che comunemente ricerca di più sul web (in Google)?

Conoscere e analizzare quali sono le domande inerenti al tuo settore, più frequentemente poste in Google dal tuo pubblico di riferimento, è uno dei primi passi da compiere non solo prima di aprire il profilo LinkedIn ma prima di compiere qualsiasi passo sul web (sia esso apertura sito, blog, fanpage Facebook o altro). Sono domande che è bene porsi anche prima di aprire una qualsiasi attività.

Considera le domande poste sul web come fossero le vie di passaggio della tua città. Comprendere quali strade percorre il tuo possibile cliente è, oggi, indispensabile per decidere dove aprire il tuo “negozio virtuale”. Se poi, oltre a cercar di capire che strada fa il tuo cliente, mentre passeggia, riesci anche, dopo un’attenta analisi, a comprendere quali di queste vie sono maggiormente trafficate, direi che hai scoperto dove esattamente dovrai alzare la saracinesca del tuo profilo LinkedIn, del tuo sito, del tuo blog e della tua fanpage.

Nel fantastico mondo di LinkedIn, che cosa attrae in quella vetrina che, se ben allestita, serve ad attirare il tuo pubblico?

Nell’ordine: la tua intestazione e la tua foto, il tuo riepilogo e dulcis in fundo le tue esperienze, come le scrivi e poi via via l’inserimento di progetti, pubblicazioni, segnalazioni etc.

Terza domanda:

Il linguaggio: quali termini utilizza normalmente il tuo cliente target per cercare le risposte che gli servono?

La percezione che noi stessi (non importa se professionisti, specialisti, collaboratori o imprenditori) abbiamo dei nostri prodotti, dei nostri servizi, della nostra professionalità o della nostra azienda, è spesso diversa da quella che hanno i nostri clienti o potenziali tali.

Questo spesso è un problema. E’ un po’ come ritrovarsi in un mercato in un paese straniero, stare dietro la nostra bancarella e tentar di vendere, parlando una lingua diversa rispetto a chi ci scorre davanti.

Se devo montare i mobili appena comprati all’Ikea e ho bisogno di una brugola e tu, che dovresti venderla, ti ostini a chiamarla “chiave maschio”, qualche problemino a farti trovare e a vendermela ce l’avrai.

Quarta domanda:

Quali soluzioni puoi offrire tu per risolvere i suoi problemi?

Quante volte abbiamo sentito il principio della domanda e dell’offerta riferito al mercato? Perché hanno usato il concetto di domanda? E’ casuale?. E qual è il miglior modo di rendere soddisfatta una persona che ti fa una domanda? Forse quello di dargli una risposta?.

Cerca le domande dei tuoi clienti e poi prepara accuratamente la miglior risposta. Una risposta possibilmente curata, pertinente, esauriente e che sia il più originale possibile. Più risposte riuscirai a dare, maggiore sarà la possibilità di diventare il fornitore, il professionista preferito.

Infine un’ultima sollecitazione: quando scrivi, non importa che sia il tuo riepilogo in LinkedIn o il tuo ultimo post sul tuo blog, devi assolutamente non dimenticarti di fare una cosa: metterci cuore.

Le persone scelgono persone prima che prodotti.