Chi è il Consulente Archivista?

Abbiamo intervistato una delle nostre specialiste in ambito Ricerca e Selezione, al termine di una ricerca molto particolare: quella per un “Consulente Archivista”.

Il Consulente Archivista è una figura che talvolta viene confusa, sottovalutata e definita erroneamente come: “…quello che fa archivio!!”

Non è così semplice, infatti, come racconta la nostra specialista, comprenderne il ruolo e l’impatto che ha in una organizzazione. È importante fare, prima di tutto, una distinzione tra due tipologie di figure: 1) L’Archivista “puro” e il 2) Il Consulente Archivista.

Quali sono le specificità del Consulente Archivista, spesso, confuse tra di loro?

Ora le vedremo nel dettaglio:

  • L’Archivista “puro” è uno specialista degli archivi cartacei, lavora prevalentemente negli archivi di Stato e si occupa principalmente della gestione, salvaguardia e sistemazione di archivi storici (anche “correnti”: ossia la prima fase dell’archivio e quello di “deposito”: la fase finale). Poi si occupa anche degli archivi digitali che restano per lui aspetti secondari; anche se recentemente sembra essere diventata una delle sue materie di studio.

In generale gli Archivisti “puri” sono delle figure “amanti della carta”, si accomunano a questi target i bibliotecari.

  • Il Consulente Archivista è una figura che ha intrapreso un percorso di studi focalizzato sull’archivistica, bibliografia e biblioteconomia (come gli altri), ma che ha deciso di spostarsi e sviluppare maggiormente la conoscenza e lo studio degli archivi digitali.

La focalizzazione forte è sul lavoro di digitalizzazione, ovvero di trasposizione, di raccolta, di analisi e di trasformazione da carta a digitale. Questo passaggio diventa importantissimo per il percorso che il mondo ha intrapreso (visione paperless).

Si capisce da sé che questa nuova frontiera è molto applicabile al mondo aziendale che vuole tendere all’obiettivo di cui sopra (paperless). Si parla quindi di Gestione documentale o meglio di archiviazione di documenti digitali.

Ciò è perseguito anche dagli archivi di Stato, perché è sempre più difficile avere il luogo dove mantenere fisicamente i documenti.

Questa figura ha un ruolo di interfaccia: è una figura che parla la lingua dell’archivistica ma ha uno sguardo digitale, si informa e si forma sempre più rispetto a quelli che possono essere software IT utili a questo scopo. Infatti lo troviamo a lavorare all’interno di software house e società IT specializzate.

Dopo aver fatto questa distinzione, che ci ha permesso di comprendere meglio, chi è veramente il Consulente Archivista, torniamo al focus della nostra intervista, per approfondire nel dettaglio, quali sono le peculiarità di tale figura e come è possibile rintracciarle.

I: Cos’è veramente importante per portare in azienda un Consulente Archivista?

S: Ciò che è importante per chi svolge questo ruolo? Il continuo aggiornamento, poter prendere parte a percorsi formativi sempre nuovi e con una forte caratterizzazione digitale.

Il tema in sé è nuovo (se ne parla seriamente da 2/3 anni) ma gli sviluppi sono infiniti e per le figure che ad oggi ricoprono questo ruolo è importante poter proseguire la crescita specialistica e non rimanere indietro, soprattutto quindi sono orientati alla formazione continua.

I: Ci sono state difficoltà nel reperire queste figure professionali?

S: Certo ci sono state…è innegabile! La prima dovuta alla figura, “giovane”, la seconda per le figure senior di archivisti che ora si stanno dedicando alla propria formazione digitale per non restare indietro e, crescendo, tenere il passo con lo sviluppo della propria figura professionale.

Inoltre sono quantitativamente poche le figure che intraprendono questo percorso di studi e professionale.  In questa ricerca, in particolare, era necessaria una figura con esperienza, che andava individuata in percorsi di carriera, in corso.

Negli archivi di Stato sono presenti una o al massimo due persone, ciò significa che in una città sono presenti SOLO due figure con questo ruolo!!

Sono presenti anche nelle società IT ma ci sono, nella realtà, poche aziende che si occupano dello sviluppo di software per gli il trasferimento dei documenti in digitale: alcune fanno solo conservazione digitale e non hanno al loro interno la figura dell’archivista; altre invece hanno questa figura ma stiamo parlando sempre e solo di una persona.

La maggiore concentrazione di consulenti archivisti è concentrata nelle grandi metropoli (vedasi Roma – Milano).

Il limite nella ricerca di una figura con esperienza sta nell’imbattersi in figure che hanno accettato di doversi limitare al lavorare per le biblioteche e non in altre realtà organizzative.

I: Come può l’azienda attrarre queste figure?

S: Ancora una volta con la formazione, il riconoscimento del ruolo e delle competenze specifiche e speciali. Sono figure che hanno un percorso di studio qualificato, articolato e lungo, simile a quello dei medici (laurea triennale + laurea magistrale + specializzazione + esame di stato + master …). Inoltre li si deve favorire sul piano dei benefit, del welfare e del pacchetto retributivo.

Si devono tenere a mente le loro esigenze che, in generale, sono quelle di poter continuare nella formazione, di essere riconosciuti per la loro competenza. Il loro è un mondo in cui ancora vige molto il lavoro a progetto, con poche certezze, scarsamente retribuito, dove addirittura spesso ci sono trasferte presso i clienti non pagate.

Una figura importante per la gestione documentale e lo storage dei documenti, elemento chiave per qualsiasi organizzazione.

Appare determinante e necessario investire su un Consulente Archivista.