Welfare Smart Working: come fare?

In un recente incontro sul tema dello Smart Working e del decreto che lo disciplina sono emersi interessanti spunti.

I relatori e i testimoni hanno portato alcune riflessioni non solo sullo strumento ma anche sul “dove” collocare questa modalità di lavoro.

Lavoro Agile è Solo Smart Working? e Smart Working è solo Welfare?

Siamo tutti d’accordo che si tratta di uno strumento fenomenale che porta molteplici benefici all’organizzazione in termini di Business, Employee satisfaction e Employer Branding.

Proprio su questo ultimo punto uno dei testimoni, nel racconto del suo Caso di implementazione di un sistema di Smart Working ha sottolineato che una delle leve che ha messo in moto la “macchina” per la costruzione del sistema era la richiesta da parte dei candidati in fase di colloquio <<ma voi fate smart working? perché nell’azienda in cui sono ora si fa>>.

Questo aspetto sottolinea i molteplici obiettivi che lo strumento “smart working” supporta:

  • Employer Branding: per essere più attrattivi sul mercato del lavoro
  • Welfare: a supporto del Benessere Organizzativo
  • Supporto alla managerialità: come strumento per la responsabilizzazione del singolo.

Bello, no!? Ma come si fa?

Tutti sono stati d’accordo su una cosa fondamentale quando si decide o si inizia a pensare di utilizzare questo strumento: fare un Analisi della propria organizzazione e Coinvolgere tutte le Funzioni Chiave e i collaboratori nella costruzione del piano.

Le modalità sono molteplici, nell’incontro si è parlato di vari metodi adottati: dall’intervista one-to one, al colloquio di Appraisal (capo – collaboratore) a un questionario diffuso a tutta l’azienda, alla creazione di focus group tematici, alla facilitazione in team di lavoro misto, al coinvolgimento in meeting strutturati.

Tutte queste modalità hanno un unico scopo: conoscere la propria organizzazione, raccogliere dati, analizzare se il contesto culturale e il proprio business è pronto per l’utilizzo di questo strumento e soprattutto, iniziare ad inserire dei KPI di monitoraggio condivisi tra tutti gli attori per osservare nel tempo i benefici pratici che lo Smart Working porta alla propria Organizzazione.

In sintesi: che sia una questione di “moda” o meno, lo strumento dello “Smart Working” va scelto in base al proprio contesto organizzativo e alla propria cultura aziendale. Vanno coinvolti tutti gli attori strategici (HR, IT, Legal, Sales, Operation…) e vanno ascoltati e ingaggiati. Non da ultimo: chi è che si prende il commitment per l’analisi dei dati e del sistema di welfare? è il dipartimento HR? è la Direzione Generale? è l’IT? è l’ambito Legal?…anche questa scelta non è da sottovalutare per far si che tutto il processo porti un reale beneficio a tutta l’organizzazione in termine di benessere e di business.