Essere innovativi?

imparando da Leonardo da Vinci

In un recente lavoro sui valori aziendali con un’organizzazione internazionale, abbiamo preso spunti, sull’ essere innovativi dalla figura di Leonardo da Vinci.

Ci ha accompagnato in questa scoperta un’attrice di teatro: ha condotto una ricerca sui testi del Vasari, artista e studioso del 500, finalizzata al mettere in scena, per il team aziendale, un testo di Leonardo.

Leonardo chi era?

Un osservatore acutissimo, che aveva fatto della interdisciplinarità la base dei suoi studi, ricerche, scoperte. Sapeva far entrare in gioco le diverse discipline, a dialogare e collegarsi fra di loro, ottenendo di cambiare in continuazione il punto di vista sulle cose.

Era spinto da una grandissima curiosità, alla ricerca poi di soddisfare tanta curiosità, provandosi e riprovando in continuazione.

Si poneva delle domande particolari, che mettevano in discussione quanto fino ad allora sapeva.

Quale era per lui la ricompensa più grande? la scoperta.

La sperimentazione era l’essenza come ad esempio nell’uso del colore usando materiali diversi quali l’uovo per stendere il colore. Poi non si preoccupava se quella soluzione sarebbe stata duratura: lui, dopo quella sperimentazione, era già altrove. Come è accaduto ad esempio al dipinto il Cenacolo, dove a 500 anni il colore non regge.

Vasari lo descrive come una persona in continuo fermento, sempre alla ricerca della perfezione: ad esempio ha impiegato quattordici anni per dipingere la Gioconda: la dipingeva e la continuava a ritoccare, per cui quel dipinto è frutto di diversi strati, che gli ha consentito di dare quella caratteristica tridimensionale ai suoi quadri.

E ci univa lo studio di discipline diverse: ad esempio lo studio psicologico della persona, lo studio degli occhi e del loro movimento. Ne aveva capito la messa a fuoco e la profondità dello sguardo e la tridimensionalità.

Più studiava più si poneva delle domande.

Aveva capito come il disegno poteva essere strumento di conoscenza, come per i disegni inerenti all’anatomia e le dissezioni.

Eppure, sugli studi sulla anatomia, Leonardo non conosceva il greco e il latino, non sapeva leggere i testi di Galeno, i testi di medicina. Era una sua assenza di competenza.

Allora ha trovato il modo di portare a bottega un giovane collaboratore che invece conosceva quelle lingue e sapeva leggere i testi in greco e latino. Si è complementato con lui per portare più avanti le sue sperimentazioni e studi. Si è complementato con le competenze di un altro ed al contempo dava all’altro la sua sapienza.

Ha capito come era il disegno che poteva contribuire a far andare avanti la conoscenza anche in materia di anatomia. E il disegno, con Leonardo diventa un mezzo di interpretazione delle cose. Lui va a studiare e corregge gli errori del passato.

In quella sua epoca gli altri non si affidavano ad un processo di confronto, non mettevano in discussione le materie precedenti. Lui sì. Capovolge le visuali.

La collaborazione e condivisione dei saperi era alla base del percorso di Leonardo.

Era, fra le altre cose, un architetto. E così tratta in anatomia il cranio con lo sguardo di un architetto.

Poi si metteva a studiare matematica e le scienze cognitive. Ma per lui anche i modelli matematici non erano l’assoluto.

Per lui l’esperienza era un fenomeno naturale, quello che per lui “crea il turbamento e fa nascere il sentimento.”

È stato all’età di 40 anni che ha deciso di diventare anche scrittore, dove anche la storia più banale, arricchita del dettaglio può diventare particolare e nuova.

La scrittura è una delle sue più grandi innovazioni, quello di scrivere da sinistra a destra e che lui interpretava come un fenomeno e sistema aperto.

Da questa esperienza di avvicinamento a Leonardo cosa abbiamo imparato?

Collegare discipline diverse, complementare la propria assenza di conoscenza con quella di qualcun altro, la sperimentazione continua, il mettere in discussione continuamente lo status quo, una curiosità spinta verso la scoperta, un’umiltà nel mettersi in discussione, nel porsi domande che portavano più avanti la conoscenza, la ricerca della perfezione,  sono alcuni degli elementi che il gruppo di rapiti ascoltatori hanno poi distillato in quel momento,  in un affascinante pomeriggio, che ha saputo dare il la poi allo sviluppo di idee, innovazioni, proposte sui temi organizzativi messi precedentemente a fuoco.

Due debolezze che si sostengono una contro l’altra creano una forza. Ecco perché una metà del mondo, sostenendo l’altra metà, la rafforza.  – Leonardo da Vinci