IL MOVIMENTO È LA CHIAVE DELL’APPRENDIMENTO

Stare seduti davanti allo schermo del computer può avere diversi effetti indesiderati sul corpo e sulla mente. Lo afferma Katie Hendrick Taylor, professore associato di Scienze della Formazione e dello Sviluppo dell’Università di Washington. Aggiungendo che l’immobilità, inoltre, può portare una persona a “scollegarsi” da molte capacità sensoriali.

È sufficiente camminare: il movimento come chiave dell’apprendimento!

Fino a quando il cervello è impegnato, si pensava, non importa che il corpo stia fermo. In realtà non funziona proprio così.

Un team di scienziati israeliano ha esaminato la relazione esistente fra: abilità motorie, cognitive ed accademiche. Gli studiosi hanno chiesto a 283 studenti delle scuole superiori e dell’università di camminare per dieci minuti, prima di completare alcuni test, volti a misurare la memoria e l’abilità a risolvere problemi matematici. I risultati hanno mostrato come l’attività motoria avesse avuto incredibili effetti benefici sulle capacità degli studenti.

Corpo e pensiero.

Altre ricerche in ambito della teoria cognitiva hanno indagato il ruolo del corpo sul pensiero. Tali ricerche confermano che per attivare la mente bisogna interagire anche fisicamente con il mondo che ci circonda: oggetti, spazi fisici, persone e reti sociali intorno a noi influenzano profondamente la nostra capacità cognitiva.

È inoltre dimostrato come le persone che interagiscono con vari strumenti e materiali durante un’attività di apprendimento sono più abili e veloci nel cogliere concetti che spingono poi al cambiamento.

Stimoli continui.

Tutto quello che abbiamo “a portata di mano” incide dunque sulla formazione: oggetti, animali, altre persone, gesti e parole stimolano il movimento del nostro corpo, sollecitando la mente ad elaborare pensieri, sentimenti e ricordi.

Per imparare in maniera efficiente è quindi opportuno utilizzare strumenti diversi, con il costante stimolo di un facilitatore.

Se l’apprendimento continuo delle persone è così determinante per la loro crescita, per dare loro stimoli continui, per il coinvolgimento e per l’innovazione, quanto le facciamo “muovere”?

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