Parole che contano

– Costruire cultura e inclusione attraverso il linguaggio –

Linguaggio inclusivo nelle organizzazioni: una leva per la cultura di parità

Il tema del linguaggio inclusivo è emerso, da tempo, come una delle leve più potenti per promuovere una reale cultura di parità di genere nelle organizzazioni.
Le parole non sono neutre: contribuiscono a costruire realtà, rappresentazioni e, di conseguenza, comportamenti.

Per questo motivo, le aziende che hanno conseguito la certificazione per la parità di genere, così come quelle che hanno riscontrato al loro interno comportamenti non adeguati, stanno investendo in percorsi formativi mirati.
Questi programmi aiutano a riconoscere e modificare gli schemi linguistici che, anche inconsapevolmente, possono riprodurre stereotipi o esclusioni.


Un caso concreto: il percorso con il Comitato Benessere

Un’esperienza significativa è quella sviluppata insieme al Comitato Benessere di un’azienda del settore energetico, particolarmente attenta ai temi di diversità e inclusione.

Il percorso è iniziato con una fase di ascolto: interviste, focus group e analisi di comunicazioni interne (email, intranet, documenti HR).
L’obiettivo era comprendere come venisse usato il linguaggio nella quotidianità e quali resistenze o fraintendimenti potessero emergere.

È emerso, ad esempio, che nelle comunicazioni ufficiali si usavano spesso formule come “il candidato ideale” o “il responsabile dovrà garantire…”, che tendevano a rendere invisibile il genere femminile.
Nelle mail interne, invece, comparivano talvolta espressioni come “le ragazze dell’amministrazione” o “i tecnici”, che — pur senza intenzione offensiva — mantenevano uno squilibrio simbolico tra ruoli e generi.


Dalla consapevolezza all’azione: un percorso formativo condiviso

Con il Comitato Benessere abbiamo co-progettato un percorso formativo articolato in tre tappe principali:

  1. Workshop di sensibilizzazione
    Momenti interattivi di confronto per riflettere sul legame tra linguaggio, stereotipi e cultura organizzativa, favorendo una maggiore consapevolezza collettiva.

  2. Laboratori pratici
    Sessioni operative di analisi e riscrittura di testi reali — annunci di lavoro, newsletter, regolamenti interni — per renderli più inclusivi, accessibili e rappresentativi di tutte le persone.

  3. Linee guida condivise
    La creazione di un vademecum aziendale sul linguaggio inclusivo, pensato non come elenco rigido di regole ma come strumento dinamico, costruito insieme e costantemente aggiornabile.

Il Comitato è così diventato un motore di cambiamento: non solo promotore di buone pratiche, ma anche punto di riferimento per colleghi e colleghe e per gli specialisti delle aree operative che desiderano comunicare in modo più rispettoso e consapevole.


Il valore culturale del linguaggio inclusivo

Il risultato più importante non è stato soltanto l’adozione di nuove formule linguistiche, ma la nascita di un dialogo diffuso sull’inclusione.
Le persone hanno iniziato a interrogarsi sul proprio modo di esprimersi, sul significato delle parole e sul modo di pensare le differenze.

In questo senso, il linguaggio inclusivo nelle organizzazioni non rappresenta un obiettivo formale o di immagine, ma un percorso di crescita culturale e collettiva.
Accompagna l’evoluzione dell’organizzazione verso un ambiente di lavoro più equo, accogliente e sostenibile per tutti.


Costruire cultura e inclusione attraverso il linguaggio: una trasformazione concreta

Le parole contano perché influenzano comportamenti, percezioni e relazioni.
Investire sul linguaggio inclusivo significa costruire cultura, promuovere un clima di rispetto e rendere tangibile l’impegno dell’organizzazione verso l’equità.

La formazione, la consapevolezza e la condivisione di pratiche comuni sono gli strumenti che permettono di passare dalla teoria all’azione.
Ogni parola può diventare un passo verso una cultura aziendale più giusta, consapevole e partecipata.