Generazioni e Scelte: Compiere una scelta

Storia di generazioni in uno scenario complicato

Questa non è la storia di un passaggio generazionale ma di come una generazione che segue ad un’altra riuscì a trovare il suo posto in azienda.

La storia inizia così…

Sono le 10 di mattina quando incontro Guido nel suo ufficio. Dall’altra parte della scrivania mi sorride mentre sorseggia il secondo caffè della mattinata.

Dopo i convenevoli cala il silenzio, un silenzio profondo di attesa dove pare che Guido stia riordinando i pensieri per esporre le sue domande.

Perché sono qui?

Sono stata chiamata da Guido, figlio di un imprenditore, al 2 passaggio generazionale per “mettere ordine” al suo ruolo ed aiutarlo a capire che cosa fare da “grande”.

Avevamo avuto modo di conoscerci in occasione di un percorso formativo svolto sui “suoi uomini” sulla gestione del tempo.

Quel percorso formativo, il primo in assoluto in quell’azienda, aveva fornito a Guido un ottimo strumento per poter conoscere meglio le sue persone e capire che poteva ulteriormente investire su di lui per poter far fare un ulteriore passo avanti all’Azienda.

La situazione aziendale era così composta:

Silvano, il padre, aveva raccolto dal nonno di Guido l’eredità aziendale; in quanto titolare si occupava di tutto quello che lui reputava strategico: investimenti, acquisti, commerciale e magazzino.

Il fratello del padre, Marco, era il responsabile della logistica entrato e uscito dalla società varie volte.

L’area commerciale era lasciata ad un cugino, un area manager, che affiancava il titolare nelle campagne vendite gestendo gli agenti e la rete commerciale.

C’era poi una zia dal carattere molto forte e diretto, nata e cresciuta in azienda responsabile amministrativa che aveva selezionato gli “uomini di Guido”.generazioni e scelte

E in amministrazione come impiegato era finito pure Guido, richiamato dal padre durante gli studi perché c’era bisogno di lui in azienda. “Tu vieni che intanto impari il lavoro” gli aveva detto per invogliarlo a mettere a frutto i suoi studi di Economia.

Da quando lui era entrato in azienda ne era passato di tempo e le situazioni relazionali tra i famigliari si erano irrigidite.

La zia aveva dato le dimissioni di punto in bianco decidendo di andare a lavorare in un’altra azienda come responsabile amministrativa, prendendo più soldi e, a suo dire, godendo di più stima e riconoscimento.

Guido così, nel giro di poco si era trovato a dover imparare a fare il responsabile amministrativo, da collega a capo, da pari a responsabile di decisioni strategiche.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Il clima in azienda non era dei migliori.

Vigeva un sottobosco, un brusio, costante che si zittiva al passaggio di uno dei responsabili della direzione.

Non esistevano “No”, ma esistevano “SI, Subito” da parte dei collaboratori.

Il brusio del lamento tanto cresceva e tanto Guido si trovava tra l’incudine e il martello: sono capo o sono collega? Ma soprattutto, se sono parte della direzione: come voglio che sia l’azienda?

Mentre il racconto proseguiva, gli occhi diventavano lucidi e la sua voce iniziava a vibrare.

Un respiro profondo:

“Ho bisogno di qualcuno che mi insegni come si gestisce un’azienda e come si gestiscono le persone”.

Questa era la richiesta che mi era arrivata dalla voce vibrante di Guido.

Sono le 11.00 del mattino, Guido guarda lo schermo del PC e scoppia in una risata isterica “ah mio zio ha appena dato le dimissioni”…

In questo clima caotico Guido chiede aiuto.

Ha frequentato Master, Corsi specialistici, corsi professionali, corsi trasversali, ha comprato la libreria intera di Franco Angeli e partecipa a gruppi di discussione sui social network su tematiche HR e di Gestione Amministrativa e Finanziaria.

È pieno di nozioni tecniche, conosce un sacco di strumenti, ma non sa come metterli in pratica, come usarli.

Si sente come se avesse preso la patente senza aver mai toccato un’auto: come si fa a frenare? Come si fa a sterzare?

Durante il nostro colloquio una delle frasi che risuonano spesso sono “ma io non sono capace” “non so come si fa” “ma dimmi tu come si può fare” “Io sbaglio sicuramente” “non ci riesco”.

PIANO DI AZIONE

Con uno scenario così il piano d’azione era solo uno: Percorso IDI Identità dentro l’Impresa.

Per capire dove si vuole andare è importante fare il punto su Quali risorse si hanno. Se il cammino è lungo nel mio zaino dovrò accertarmi di avere abbastanza acqua.

Il primo passo è stato quindi l’assessment: Un momento composto da un colloquio strutturato con Guido volto a raccogliere le sue caratteristiche, le sue visioni e i suoi punti di vista rispetto al ruolo che attualmente riveste in azienda e quello che si immagina nel futuro.

Durante il colloquio sono stati individuati poi dei referenti per un ascolto da parte di Niederdorf Italia per raccogliere le peculiarità del ruolo ricoperto da Guido da parte di chi ha a che fare con lui.

Dopo il feedback a 360° ne è seguito un incontro di restituzione dove, una volta incontrato il Coach hanno messo a punto il vero obiettivo del percorso.

METTERE ORDINE

Si è trattato di scegliere quali strumenti utilizzare per il contesto e l’obiettivo specifico di Guido. Dopo ogni incontro con il Coach, nella “cassetta degli attrezzi” dei Guido si iniziava ad intravedere un ordine preciso con cui poi far “succedere le cose”.

Il piano di azione prevedeva la presa di posizione da parte di Guido su quali sue competenze usare e quali invece integrare delegando ad altri colleghi o collaboratori le attività.

IL RISULTATO

E’ venerdì mattina ed incontro Guido nel suo nuovo ufficio.

È sorridente, sorseggia dell’acqua e mi mostra l’angolo “green” del suo ufficio con piante e bottiglie di vetro e bicchieri brandizzati con il nome dell’azienda.

Sono passati un paio di mesi dal nostro primo incontro e la persona che trovo davanti è diversa.

Che cosa era successo?

In questi due mesi Guido ha messo in pratica gli strumenti, riuscendo a prendere decisioni che non pensava fossero strategiche per l’azienda.

È riuscito a ritagliare il suo posto in azienda ed a decidere “come fare la differenza” nell’organizzazione di cui prenderà, un giorno, le redini.