SMART WORKING 2021

Come strutturare il nostro piano per il 2021?

Come stanno immaginando le imprese il sistema di smart working per il 2021? Cosa terranno e cosa cambieranno rispetto a quanto sperimentato nella fase dell’emergenza?  Pensano di rivolgerlo a tutti o soltanto ad una parte della popolazione aziendale? Come strutturare il nostro piano per il 2021?

E a proposito di popolazione aziendale: i collaboratori, i manager e le direzioni aziendali come hanno vissuto gli scorsi mesi?  Quali difficoltà hanno incontrato? Cosa hanno imparato?  Quali nuove aspettative li animano?

Abbiamo condotto diversi confronti in queste settimane con imprenditori e manager. Uno dei più recenti è stato con 12 imprese. Di seguito vogliamo condividerne le loro voci:

La maggiore sfida

Quale ritengono sia la maggiore sfida rispetto alla prossima organizzazione del lavoro?

La conoscenza della normativa sullo smart working è al primo posto, a seguire l’integrazione dello smart working nella cultura aziendale e la definizione degli obiettivi di risultato e la loro misurazione.

Le parole chiave più ricorrenti riguardo alle nuove modalità lavorative sono: flessibilità, autonomia, conciliazione e fiducia.

 Quali sono le principali preoccupazioni delle direzioni aziendali?

  1. Il Distacco

Il primo fattore è il tema del distacco, il senso di appartenenza e la cultura aziendale, elemento intangibile che fa fare la differenza! Qualche imprenditore si chiede: I collaboratori come parlano con i clienti, i fornitori e gli interlocutori esterni senza l’alimentazione quotidiana degli scambi e delle conversazioni in azienda? Risposta: Bisogna respirare l’azienda, viverne l’adrenalina quotidiana.

Un altro manager al vertice di un’impresa nei servizi ha condiviso come, lo scorso anno, avessero raccolto 150 idee di innovazione dai dipendenti mentre quest’anno soltanto 5. Come procede l’impresa senza questa alimentazione?

  1. La Gestione collaboratori in remoto

Ai capi poi viene chiesto un cambio radicale soprattutto per quanto riguarda il modo di gestire i collaboratori: spesso citata è la difficoltà della gestione, del collegamento con le persone a distanza.

Ciò è inoltre collegato con il fattore della valutazione delle persone: caduto il paradigma storico della presenza, ora le imprese si chiedono come misurare il lavoro e le performance, quali indicatori adottare. Un grosso tema che ha suscitato molte domande riguarda la gestione dei low performer, poiché già era un problema prima, ora in particolare come li trattiamo in smart working? Come li controlliamo? Come generiamo un cambio di passo? Motivo per cui in un’organizzazione stanno pensando di offrire lo smart working soltanto alle persone più “responsabili” e “più performanti”.

  1. Livelli di alfabetizzazione digitale

Le imprese sono inoltre alle prese con i livelli di alfabetizzazione digitale dei propri collaboratori, tenuto conto anche delle diverse predisposizioni alle tecnologie (CRM/accesso a piattaforme digitali/repository di dati, fiere online ma anche la semplice conduzione di web conference e incontri a distanza. Chi li forma? Come ridurre rapidamente quei gap? Si è ampiamente visto in questi mesi, come la scarsa competenza generi resistenze (anche allo smart working) e vere e proprie difficoltà a contribuire al ciclo produttivo dell’azienda, dove sono cambiati immediatamente e radicalmente i modi di lavorare.

  1. Reticenza allo SW o al rientro in azienda

Se da una parte alcune imprese lamentano la reticenza dei collaboratori a passare al lavoro da remoto, altre hanno faticato negli scorsi mesi a far rientrare le persone. Avendo visto e dimostrato come quel lavorare a distanza fosse altrettanto, se non talvolta più produttivo ed efficace ora faticano a comprendere le ragioni del ritorno alle modalità di lavoro pre-Covid.

  1. Ansie, paure, difficoltà

Arrivano poi qui e là ai vertici aziendali alcuni echi di ansie, paure, particolari difficoltà che attanagliano i collaboratori da remoto. I quali si chiedono cosa fare per supportarli. Alcune imprese stanno addirittura mettendo a disposizione degli psicoterapeuti nel pacchetto Welfare.  La filiale italiana di un gruppo internazionale, ha dato corso, nei mesi di giugno e luglio, ad un programma di webinar finalizzati a “tenere alto lo spirito”, a sostenerli nelle ansie e paure raccolte attraverso una fase di ascolto, che addirittura ha generato l’editazione di un libro, distribuito a tutti i collaboratori.

  1. Fare team a distanza

Vi è poi il bisogno da parte dei manager, dei capi e dei collaboratori, di fare team anche se a distanza. Come si favorisce quello scambio, quel confronto, quel loro lavorare assieme?  Ad esempio un’impresa manifatturiera, dove all’inizio imperava nella direzione aziendale la contrarietà a forme di lavoro non in presenza, dopo alcune prime settimane di assoluto disorientamento, ha organizzato una infrastruttura di meeting quotidiani, settimanali e mensili, volta a tenere collegati tutti. L’azienda ha recentemente condotto un’indagine interna che ha dato ottimi esiti, evidenziando la forte soddisfazione di persone che prima si sentivano poco visibili e in disparte e che ora dichiarano di sentirsi maggiormente parte attiva dell’azienda.

Da dove partire, dunque?

Senz’altro dalla considerazione dei diversi tipi di organizzazione:

smart working 2021

Domande e Comunicazione

Ci sono diverse domande da porsi, come quelle elaborate da un’azienda operante nella domotica in Emilia Romagna che ha deciso di utilizzare lo strumento della survey (attraverso interviste individuali e telefoniche) per ottenere un duplice risultato: da un lato ottenere che le persone si sentissero ascoltate e dall’altro raccogliere elementi per disegnare le successive modalità di smart working, customizzate in base alle diverse esigenze espresse dalla popolazione aziendale. Ha poi dedicato molta cura a progettare la comunicazione dei risultati e delle fasi di implementazione della struttura di smart working per il nuovo anno.

Ci sono soluzioni per creare le migliori condizioni e implementare un piano di smart working efficace?

Sì molte. Avremo senz’altro piacere di continuare ad alimentare il confronto!