LAVORI “DISTRUTTI” e LAVORI CREATI DALLA DIGITAL TRANSFORMATION

Digital Skills in azienda: Qual è il livello di conoscenza delle Skills digitali nella vostra azienda?

Quando parliamo di digital skills in azienda cosa intendiamo precisamente? Già da tempo  è noto che la trasformazione digitale sta creando  nuovi posti di lavoro qualificati e spazzato via altri meno qualificati.

Già oggi 9 lavori su 10 richiedono competenze digitali, dice uno studio dell’Unione europea.

Questa è la ragione per la quale occorre coltivare e aggiornare le competenze digitali, vasto insieme di abilità tecnologiche di base e specialistiche.

Serve formazione continua, in tutti i settori.

Quasi metà dei lavori svolti attualmente nel mondo entro qualche anno potranno essere eseguiti in tutto o in parte da macchine.

E la fase di emergenza che il mondo sta attraversando, accelera questo processo.

Milioni di posti andranno persi, altri milioni se ne creeranno ma è altamente probabile che quelli nuovi saranno più qualificati, mentre quelli andati persi saranno per lo più impieghi a bassa qualificazione.

Non solo: esisteranno (e già esistono) professioni che ancora non conosciamo bene o che non siamo in grado nemmeno di immaginare. Per questo sarà sempre più importante lavorare per formare, coltivare e aggiornare costantemente le competenze digitali.

Le Digital Skills in azienda sono un vasto insieme di abilità tecnologiche.

Le competenze digitali sono un vasto insieme di abilità tecnologiche che consentono di individuare, valutare, utilizzare, condividere e creare contenuti utilizzando le tecnologie informatiche e Internet.

Possono spaziare dalle competenze di base come l’uso del computer a quelle più specifiche ed evolute come la creazione di codice o lo sviluppo di sistemi software per l’intelligenza artificiale.

Essendo il mondo della tecnologia in costante evoluzione, anche le competenze digitali cambiano continuamente e sono destinate a mutare con rapidità negli anni.

Lavori Automatizzati: soft skills digitali

Quasi la metà dei lavori svolti attualmente da persone fisiche nel mondo, dicono alcuni studi internazionali, potrà essere automatizzato quando le tecnologie si saranno diffuse su scala globale.

Con riferimento all’Italia, questo significa che circa 12 milioni di lavoratori saranno interessati dal processo di automatizzazione progressiva (almeno fino a circa il 50%) dei loro compiti.  

A livello delle aree funzionali  si stima che le perdite di posti di lavoro, grazie alle tecnologie, si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione. Compenseranno parzialmente queste perdite l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria.

Cambiano di conseguenza le competenze e abilità ricercate: il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata e diventeranno sempre più importanti il pensiero critico e la creatività.

Già nuove professioni stanno emergendo in alcuni settori più promettenti come la robotica, i trasporti automatici, l’intelligenza artificiale, le biotecnologie, la genomica e i materiali hi-tech. 

Le professioni del futuro

Ci sono ricerche (Future of jobs) che evidenziano come le dieci professioni più richieste attualmente dal mercato non esistevano fino a dieci anni prima.

E più della metà dei bambini, che hanno iniziato le scuole elementari cinque anni fa, avrà a che fare con un lavoro che oggi nessuno conosce.

Anche il World Economic Forum prevede, già per il prossimo quinquennio, la creazione di nuovi posti di lavoro per ruoli e professioni a elevata qualificazione e una diminuzione significativa di quelli a bassa qualificazione.

Il digitale contribuisce alla creazione di posti di lavoro che si basano su nuove competenze e molti impieghi si trasformano ma, allo stesso tempo,  si innesca la distruzione di impieghi sostituibili da processi automatizzati.

Gli ambiti maggiormente interessati dal processo sono:

  • Mobile Internet, Big Data,
  • nuove fonti energetiche,
  • Internet of Things,
  • Sharing Economy/Crowdsourcing,
  • Robotica,
  • Intelligenza Artificiale e Additive Manufacturing/Stampa 3D

Una prima definizione di Competenze Digitali era stata proposta ancora nel 2006, dal Parlamento Europeo in un documento che indicava le competenze chiave per l’apprendimento permanente.

La competenza digitale consiste nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione.

Essa è supportata da abilità di base nelle ICT (Information and Communication Technologies, Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.  

Digital skills in azienda risentono delle evoluzioni tecnologiche in tutte le funzioni aziendali.

Per attualizzare il concetto di competenze digitali va tenuto conto che oggi l’ICT è sempre più presente in tutte le professioni e che le Competenze Digitali risentono fortemente delle evoluzioni tecnologiche.

Non si tratta più, di un fenomeno che riguarda solo la direzione IT o le imprese tecnologiche ma di una realtà che pervade tutti i settori e le funzioni aziendali.

Competenze digitali è una combinazione di due parole “magiche” che appare spesso nella denuncia della loro assenza o non adeguatezza.

L’assenza di competenze digitali specifiche (da parte di utenti, personale amministrativo, commerciale, tecnici ICT, dirigenza) può comportare diverse problematiche a seconda dei soggetti coinvolti:

  • dalla mancata fruibilità di un servizio (utenti) alla difficoltà ad erogarlo (es. personale specialistico),
  • dalle problematiche tecniche (tecnici ICT) sino alla difficoltà di selezionare soluzioni digitali idonee (dirigenza).

Il tema della crescita delle competenze digitali è particolarmente importante oggi in una società che è volta alla digitalizzazione dei processi.


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