Quale “forza” nelle diverse generazioni in azienda?

Quale contributo possiamo dare su questo complesso e delicato tema “generazionale”? Ci sono strumenti?

generazioni in azienda confindustria generazioni evento marzoQuando menzioniamo le Generazioni viene subito alla mente il passaggio generazionale, pensiamo al vertice aziendale, all’imprenditore e alla sua famiglia. Una situazione caratterizzata oltretutto dall’elemento affettivo.

Il fenomeno generazionale riguarda  soltanto gli imprenditori?

Durante l’incontro del 17 marzo,  abbiamo voluto puntare l’attenzione alle diverse fasce generazionali di collaboratori nelle aziende e a come sta funzionando la coabitazione fra under 30, 40enni, 50 enni e over 50.

Dopo diversi confronti, osservatori, studi, interventi nelle aziende rispetto alla “gestione” della seniority, alla valorizzazione degli over 50, diventati poco dopo over 45, fino a scendere agli over 40, abbiamo potuto seguire l’evoluzione del fenomeno generazionale ora focalizzato sulla contemporaneità di vita di soggetti nati e vissuti in periodi diversi.

Se fino a qualche tempo fa avevamo registrato come  la sfida era concentrata sull’ Invecchiamento della popolazione, sull’allungamento dell’età pensionabile, gli esodi anticipati, l’incremento degli inoccupati senior e l’esigenza di incrementare la percentuale degli “over” al lavoro, ora i termini sono decisamente cambiati.

Oggi quattro generazioni  lavorano sotto lo stesso tetto e condividono un pezzo importante di strada, con valori, obiettivi, convinzioni, ritmi di vita diversi ma legati dalla contemporaneità storica. Ed inoltre

  • La legge Fornero prima e il Jobs Act poi conducono al parlare dell’allungamento della età di lavoro
  • I giovani faticano ad entrare in azienda  e, quando vi entrano, a trovare spazio per il loro contributo
  • I millennials sono la prima vera generazione globale della storia
  • I fattori multigenerazionali sono riconosciuti a livello internazionale come uno degli elementi che influiscono di più sul posto di lavoro
  • La diversità nelle aziende è vista da tempo come un fattore strategico per la competizione di un’impresa

generazioni in azienda

Quale rapporto hanno le generazioni con le tecnologie della comunicazione, le aspettative verso il lavoro, quale approccio riguardo le condizioni contrattuali, quali esigenze rispetto a spazi e tempo per il work life balance?

Quattro testimoni di quattro fasce generazionali in una videointervista hanno messo in luce in modo genuino e vivido gli approcci e soprattutto quello per cui vogliono essere apprezzati, le motivazioni che li guidano.

Illuminante è stato confrontarsi su come gli over 65, i Baby Boomers, la generazione X, Y, Z (i millennials) siano percepiti  nell’incrocio del “noi pensiamo di voi, voi pensate di noi”:

Mentre gli over 65, i cosiddetti “matures” possono essere visti come resistenti al cambiamento, eccessivamente formali, i Boomers, cresciuti in un periodo di forte crescita ed espansione, con il mito del self-made man, hanno imparato che devono lottare e combattere per il lavoro. Sono grandi lavoratori competitivi. Possono essere percepiti come eccessivamente ambiziosi, impositivi.

La generazione X ( fra i 30 e i 49 anni): cresciuti in un periodo storico ed economico ricco di lotte e contraddizioni, con forti cambiamenti sociali, hanno imparato ad essere autosufficienti e a non fidarsi di nessuno oltre che ad essere scettici rispetto alle istituzioni. Possono essere  percepiti come disinteressati, cinici, distaccati.

Quanto alla generazione under 30, è cresciuta con due caratteristiche uniche che la contraddistinguono: tecnologia e forti tensioni geo-politiche.  Ha sviluppato la percezione che tutto può accadere in un attimo ed ha imparato a fare le cose immediatamente e vivere il presente.  Possono essere  visti come naive, poco realistici, eccessivamente sensibili.

Dunque come guidare e gestire un gruppo di lavoro, un team di vendita, dei clienti, una trattativa con persone che rappresentano valori e percezioni tanto diverse?

Se la diversità generazionale o la scelta di stare fra eguali influenza la produttività e l’innovazione, come si riesce a  lavorare efficacemente a progetti comuni, trasformando le barriere in opportunità?

generazioniCi sono modi per superare scontri e incomprensioni? Come superare la paura del cambiamento? Come superare gli alibi del tipo “tanto il quadro non cambierà mai?” , come recuperare le energie di tutti al ciclo produttivo dell’azienda, facendo uscire giovani o senior relegati in funzioni marginali? Quali sono le barriere alla relazione? Quali le convinzioni da mettere in discussione?

Durante l’evento lo specialista coach e trainer esperienziale, Walter Allievi ha stimolato la riflessione rispetto al “principio di Cialdini”, al principio dell’uguaglianza, secondo il quale le persone tendono a cercare i simili: se da una parte questo è un fattore velocizzante, facilitante la comunicazione e l’integrazione, dall’altro il risultato di un team di “uguali” può far potenzialmente perdere di innovatività, di creatività .

Poi ancora Giacomo Mosca,  coach esperto di dinamiche relazionali e motivazionali delle persone e dei gruppi  nelle organizzazioni ha invitato a vedere  “cosa c’è oltre la porta” delle differenze generazionali.

Il cuore dell’evento è stato il workshop con gli under 30, i 31-40enni, i 41-50enni e gli over 51 chiamati a confrontarsi in un format particolare, rispetto ai punti di forza e i punti deboli visti dalle altre generazioni, condividendo casi dove la differenza di età rappresentava un problema oppure dove si era rivelata risolutrice ed una ricchezza.

generazioniIn poche ore, la progettazione ed il metodo di lavoro utilizzato,  ha fatto compiere molta strada al gruppo di una quarantina di partecipanti nelle diverse situazioni generazionali.

Abbiamo ricostruito le sfondo, il contesto, le video interviste a quattro esponenti delle generazioni ci hanno aiutato a cogliere sfumature importanti , nei workshop abbiamo attuato un primo step di scambio: noi pensiamo di voi, voi pensate di noi, per noi è importante questo, per noi invece è importante quest’altro. Il confronto sui casi ha collegato sensazioni, concetti, motivazioni, sfumature relazionali alla vita reale nei gruppi di lavoro nelle nostre aziende.

Cosa sortirebbe un simile percorso condotto con un gruppo di nostri collaboratori in azienda?